Sostenibilità ed economia circolare

«In natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»

Antoine De Lavoisier

MYANAMI’ si prefigge di recuperare tessuti che altrimenti sarebbero destinati al macero e di donare loro una nuova vita. Selezioniamo i tessuti con le più alte prestazioni o con il più alto valore per trasformarli in capi che possano accompagnarvi nella vostra vita di tutti i giorni o nei vostri momenti speciali. Nel caso in cui non ci fosse disponibilità di tessuti di recupero per la produzione MYANAMI’ si prefigge di selezionare tessuti con alte prestazioni prodotti con un’attenzione particolari alla sostenibilità che implichino materiale di riciclo per la loro produzione o che abbiano caratteristiche particolari che li renda performanti nel lungo periodo.

Sarà un regalo per noi e per le prossime generazioni provare ad utilizzare dei tessuti già esistenti sul pianeta invece che trasformare nuove risorse e utilizzare enormi quantità di acqua.

ECONOMIA CIRCOLARE

Recuperare e lavorare i tessuti che finirebbero altrimenti in discarica o all’inceneritore significa ridurre del
- 53%
RISCALDAMENTO GLOBALE
- 45%
OSSIDAZIONE (smog)
- 95%
EUTROFIZZAZIONE ACQUE

Adottando un sistema di economia circolare si dà una soluzione reale ai problemi causati dal sistema del fast fashion.

Riciclare e trasformare gli scarti significa:

  1. Reimmetterli nel ciclo produttivo, evitando le emissioni di CO2 dovuto alla smaltimento in discarica o all’inceneritore;
  2. Creare nuovi prodotti senza toccare le risorse vergini proteggendo l’ecosistema;
  3. Evitare gli sprechi utilizzando materiale ancora valido;
  4. Ridurre l’inquinamento inteso in termini di smog e quindi comporta un risultato positivo in termini di benessere sociale e un impatto economico favorevole.

Per 1kg di tessuti recuperati riusciamo a risparmiare (e nel caso del recupero a non emettere) 3,76kg di CO2.
L’equivalente di 4 docce calde.

Se vuoi sapere quanta CO2 produci visita questo link

Nel caso in cui non fossero disponibili degli stock di tessuti già esistenti o la qualità degli stessi non fosse soddisfacente per i nostri standard qualitativi saremmo costretti a scegliere altre opzioni. Le alternative sarebbero comunque selezionate tenendo in considerazione il fattore della sostenibilità. Sulla base di questo siamo felici di condividere con voi alcune informazioni basilari, ma utili per navigare nel mondo della sostenibilità.

Che cosa è il cachemire riciclato?

Il cachemire è sicuramente la lana più ambita che si possa trovare sul mercato, è sicuramente una lana tanto soffice quanto rara. Sfortunatamente la domanda globale ha registrato un sostanziale aumento che ha portato la necessità di dover aumentare l’offerta con la conseguente pressione sui coltivatori della Mongolia e sui terreni di pascolo. Questo ha comportato quindi un sovrallevamento delle capre da cachemire e una diminuzione nella qualità della fibra e ad una desertificazione della regione mongolica. Questo è il motivo che ci ha spinto a ricercare come eventuale opzione il cachemire riciclato nel caso in cui non fossero presenti degli stock già esistenti sul mercato.

Tradizionalmente la lana cachemire si ottiene da delle capre nella regione himalayana della Mongolia interna dove i greggi devono affrontare delle temperature molto rigide. Questo è il motivo per cui le capre sviluppano un particolare manto che consente loro di poter sopravvivere a delle temperature estreme e che quindi riporta le stesse qualità nella lana. Sono quindi le particolari proprietà e la zona di produzione remota che fanno si che il Cachemire sia considerato un materiale di lusso anche se sicuramente sia diventato abbastanza di uso comune.

Nel caso in cui non sia possibile reperire dei tessuti in cachemire già esistenti sul mercato, la nostra scelta ricadrebbe su un filato di cachemire riciclato realizzato da alcune aziende italiane che riescono a produrre un filato con la stessa morbidezza del cachemire a partire da maglieria dismessa.

Che cosa è la lana riciclata ?

La lana riciclata è un ottimo prodotto ottenuto sia dagli scarti di produzione che da indumenti di lana dismessi che andrebbero altrimenti al macero.

Le fibre di lana vergine hanno un pesante prezzo ambientale dato che basti pensare agli appezzamenti terrieri necessari per il pascolo animale, il gas, l’acqua e i componenti chimici necessari nel processo produttivo, motivo per cui la lana riciclata oltre ad estendere il ciclo di vita di prodotti già esistenti riduce considerevolmente il costo ambientale di un nuovo ciclo produttivo.

In Italia esiste ormai da tempo un processo di produzione di elevato livello di filati di lana riciclati. Questo processo prevede una selezione in base al colore e al peso di vecchia maglieria mixata insieme a ritagli di tessuti che vengono sminuzzati e filati nuovamente in un nuovo filato risparmiando acqua ed evitando il consumo di prodotti chimici altrimenti necessari nel processo.

Che cosa è la lana merino tracciabile?

La lana è per sua natura il filato che consente di ottenere comfort e calore ed è un filato naturale, biodegradabile e rinnovabile. Come tutti i materiali però presenta una complessa catena di fornitura che prevede delle attente valutazioni di impatto ambientale, etico ed animale.

Per essere sicuri che ci sia un rispetto sia dell’ambiente sia delle condizioni in cui vengono gestiti gli animali, l’unica soluzione è quella di utilizzare lana Merino che sia interamente tracciabile per tutta la catena produttiva fino all’allevamento animale di origine.

Che cosa sono i tessuti sintetici riciclati?

Tutti i tessuti utilizzati per i capi di abbigliamento ricadono all’interno di due macro categorie: naturali e sintetici. I tessuti sintetici come il poliestere e il nylon derivano dal petrolio con una stima di 343 milioni di barili di petrolio usati ogni anno per produrre materiali sintetici.
I prodotti derivanti da componenti petrolchimici non rinnovabili sono creati in un processo che richiede elevate quantità di energia che purtroppo rilascia enormi quantità di sostanze inquinanti. L’incremento dell’utilizzo di queste sostanze ha comportato un grosso prezzo per il nostro pianeta in termini di inquinamento e di riscaldamento globale. Senza la costruzione di adeguate infrastrutture che consentano il riciclaggio e lo stoccaggio delle enormi collezioni non utilizzate e prodotte su larga scala si rischia che le sostanze chimiche usate per questa tipologia di tessuti finiscano nuovamente in natura e negli oceani minando la sopravvivenza della biodiversità.

Il PET riciclato e il Nylon riciclato sono dei materiali sintetici che derivano dal riciclaggio della plastica. Si tratta in ogni caso di un materiale prodotto dall’uomo che non si degrada, ma quantomeno utilizza dei materiali plastici già presenti consentendo di recuperarli e impiegarli alternativamente. Si consideri anche, che se prodotti nella giusta maniera, i materiali riciclati consentono un utilizzo più efficiente delle risorse energetiche rispetto a dei materiali non riciclati.

Che cosa è il cotone organico?

Il cotone si definisce come organico quando non si usano né insetticidi né pesticidi in fase di crescita del cotone, né agenti chimici nella fase post raccolta.

Eliminando pesticidi e insetticidi si riduce anche l’impatto di questo genere di sostanze sia sul suolo che sulle falde acquifere che sui lavoratori coinvolti nelle colture del cotone.

Ad ogni modo anche il cotone organico ha degli aspetti critici, da un lato elimina l’utilizzo delle sostanze tossiche rendendolo sicuramente una scelta migliore rispetto al cotone tradizionale largamente usato nel mondo della moda, dall’altro però per essere prodotto necessita di aree di coltivazione molto estese e di enormi quantità di acqua spesso in aree inclini alla siccità.

Degli studi hanno portato alla luce anche una tematica relativa alla maggiore necessità di acqua per la coltivazione del cotone organico rispetto al cotone tradizionale. Continueremo ad informarci sulle tematiche relative al consumo dell’acqua per prendere in considerazione l’alternativa che comporti il minor impatto possibile sulla biodiversità e sullo sfruttamento intensivo del terreno.

Ad ogni modo può essere comunque interessante notare come il cotone sia organico che tradizionale rappresenti una scelta migliore rispetto a delle fibre sintetiche. Essendo il cotone una fibra naturale è soggetto ad un processo di degradazione biologica proprio anche se rimane da considerare l’impatto degli agenti chimici usati per la tintura dei tessuti.

Quindi anche in questo caso la nostra scelta preferita rimane quella di utilizzare del cotone già esistente sul mercato e che altrimenti sarebbe destinato alla discarica.

Utilizzare dei tessuti già esistenti sul pianeta vuol dire ridurre l’impatto degli agenti chimici, delle quantità di acqua che verrebbero altrimenti utilizzate per i vari processi di trasformazione delle fibre in tessuto e liberare delle aree di terreni ad alto sfruttamento con impatto negativo su biodiversità e falde acquifere.